Oggi indichiamo e spieghiamo, senza dare troppi elementi nozionistici, le differenze che ci sono negli oli di natura alimentare, in particolare, negli Oli denominati “EXTRA VERGINE” ed in quelli di origine “BIOLOGICA”.
La prima differenziazione la dobbiamo fare partendo dal significato da attribuire ai due aggettivi, quando si accompagnano alla dicitura: “olio d’oliva”.
Quanto al primo aggettivo, EXTRA, molto banalmente ci si riferisce alla natura dell’olio. Per il secondo, “BIOLOGICO”, è da ricomprendere oltre che il metodo di produzione controllato e certificato anche il concetto di Qualità del prodotto che deriva però dal rispetto della biodiversità.
Partiamo dall’aggettivo EXTRA per comprendere quando si può “accompagnare” ad un olio d’oliva.
Per spiegarne velocemente le peculiarità dobbiamo partire dalla natura dell’olio stesso quando cioè un olio alimentare si può definire EVO (Olio Extra Vergine di Oliva) e quando semplicemente “olio d’oliva”.
A grandi linee diciamo che è tutto basato sulla presenza o meno nel prodotto di “difetti” di corrispondenza ai parametri prestabiliti dai regolamenti comunitari che si ricavano attraverso una serie di analisi fisiche e chimiche eseguite sul prodotto.
Si parla ovviamente di difetti minimi, che però non permettono di catalogare il prodotto come evo.
Primo fra tutti c’è da valutare il parametro di acidità.
Anche in questo caso per sintesi, diciamo che se l’acidità dell’olio è inferiore o uguale a 0,8 gradi potremo catalogare l’olio come extra vergine.
Nel caso in cui l’acidità fosse ricompresa tra 0,9 e 2 gradi saremo in presenza di un Olio vergine di oliva.
Tutti gli oli vergini di oliva con un’acidità superiore ai 2 gradi verranno classificati come lampanti.
Infine, e soltanto per cultura, dobbiamo anche dire che si potrebbe sentir parlare anche di “Olio di Sansa” (non particolarmente consigliato per uso alimentare se non dopo aver eseguito alcuni processi che permetteranno il suo utilizzo in cucina). Quest’ultimo in realtà, è un prodotto di scarto, non pregiato, che potremmo rappresentare come la pasta ricavata dalla prima spremitura sia dell’olio vergine, sia di quello extravergine.
Una volta chiarito questo primo aspetto riferito alla natura qualitativa dell’olio e all’attribuzione dell’aggettivo EXTRA al prodotto già denominato Olio d’oliva, concentriamoci adesso sul secondo aggettivo, che reca in se anche una componente più legata a uno stile di vita sano e naturale, ovvero: BIOLOGICO.
Sul punto, non si può semplificare molto.
In premessa possiamo dire però, che l’olio divenuto già EXTRA vergine, poichè ottenuto mediante processi meccanici e senza l’aggiunta di alcun prodotto, per essere BIO è certamente stato prodotto solo da olive, coltivate nel pieno rispetto delle biodiversità con sistemi di recupero e valorizzazione delle risorse naturali.
In particolare trattando l’alimento olio nel nostro articolo di approfondimento, diciamo che l’olio ottenuto da agricoltura biologica è, in se un olio che rispetta l’ambiente ed il consumatore poichè non vi si può trovare al suo interno, traccia di componenti chimiche.
L’agricoltura biologica, infatti, rispettando la natura, quanto alle produzioni, segue alcune regole chiare e, se vogliamo, molto semplici:
– asseconda la stagionalità;
– rispetta la naturale fertilità del terreno;
– utilizza l’ecosistema del terreno sul quale si produrranno i frutti (siano essi olive, frutta, verdura, etc.).
A questo punto è facile anche intuire perchè, l’agricoltura biologica produca di per sè prodotti in quantità limitate ed a costi elevati. Nell’agricoltura biologica, infatti, evitando i pesticidi e le sostanze chimiche non naturali, è più facile che il raccolto venga danneggiato. Un minor numero di frutti giustifica così un costo maggiore del prodotto.
Se volessimo sempre per fare sintesi, utilizzare un termine molto in voga dovremmo quindi affermare che certamente anche l’olio extra vergine d’oliva bio contribuisce a preservare la BIODIVERSITA’.
Ma cosa intendiamo riferendoci ad una coltivazione che viene praticata nel rispetto della biodiversità?
Prima di tutto, cerchiamo di capire cos’è la biodiversità.
Biodiversità è una parola creata dalla contrazione di “biologico” e “diversità”. In breve, si riferisce al tessuto vivente del nostro pianeta, a tutti gli esseri viventi e agli ecosistemi in cui vivono. Attraverso le sue pratiche, l’agricoltura biologica infatti, finisce proprio per proteggere le specie e ripristinare gli ecosistemi terrestri e acquatici.
Gli imprenditori agricoli dell’UE, infatti, che producono prodotti biologici utilizzano fonti di energia e risorse naturali in modo responsabile, promuovono il benessere degli animali e contribuiscono a mantenere l’equilibrio ecologico e la qualità del suolo e dell’acqua. (Fonte: https://www.alimenti-salute.it/notizia/unione-europea-che-cos%C3%A8-lagricoltura-biologica)
Per concludere, rispetto a ciò che abbiamo fin qui scritto, basterà affermare che la coltivazione di olive senza l’uso di pesticidi, nel rispetto della biodiversità ci permetterà di produrre e dunque successivamente acquistare un buon olio extra vergine di oliva BIO???
Volendo proseguire nell’idea espressa in premessa, ovvero di voler accompagnare il lettore senza tentare di influenzarlo, c’è da precisare che dalla raccolta delle olive fino alla spremitura delle stesse in frantoio, ci sono almeno 7 elementi che contribuiscono a determinare il risultato finale nel processo di produzione di un buon Olio EVO.
Tutto questo però farà parte di un successivo articolo di approfondimento.